Archivio di Novembre 2007

A casa dei Kiwi

Venerdì 30 Novembre 2007

Gente ce l’ho fatta, sono ad Auckland! Il viaggio ha messo a dura prova la mia resistenza, considerato che l’aereo era pieno e mi e’ toccato un posto centralissimo, come capita al salame in mezzo a 2 fette di pane.
Dopo un approfondito controllo doganale sul contenuto del mio bagaglio, sono giunto finalmente nella mia stanza d’albergo…dopo 2 cene e 3 colazioni, benche’ fossero ancora le 7:00am ( vi ricordo che ero partito alle 11:00pm ora di Santiago ).
Toccata e fuga sul letto, e via a conoscere la nuova citta’…l’impressione che ne ho tratto non e’ stata entusiasmante: ok tutto sembra funzionare, tutto pare preciso al limite della noia…un po come quei pratini verdi dei film (che qui chiaramente pullulano ), con la siepe a parallelepipedo che nemmeno col righello verrebbe piu’ dritta…
Meta’ british e meta’ Chinatown…eh si’, sono arrivati anche qui…cammini in Queen’s st e la meta’ delle insegne sono chine, praticamente tutti gli internet caffe’!!!
Ho dato un’occhiata alla baia di Auckland dall’alto della Sky Tower, ho vagabondato per un paio di musei maori, per finire seduto davanti ad un Pad Thai ( e dove senno’? ). Complessivamente la citta’ e’ noiosetta, i negozi chiudono alle 18 e in giro non c’e’ un’anima…per chi se lo stesse chiedendo: Auckland e’ cara…il sud America mi aveva abituato troppo bene, qui sembra di essere a casa…

auckland dalla sky tower

Sono passati 3 giorni dal mio arrivo e sento che devo fare presto a lasciarmi alle spalle la citta’ piu’ grande della Nuova Zelanda, perche’ rischio di fare la muffa…sicche’ mi sono comprato un abbonamento per i bus: posso viaggiare per 50 ore a mio piacimento sulle tratte a lunga percorrenza…abbastanza per visitare i punti salienti di entrambe le isole.
Domani quindi partiro’ alla volta di Waitomo Caves…il bus e’ alle 8:15, speriamo di non far tardi!!!

Il viaggio continua

Lunedì 26 Novembre 2007

Oggi sono un po triste…le partenze mettono sempre tristezza.
Vi scrivo dall’aeroporto di Santiago, sorseggiando l’ennesimo nescafe’ Sealed.
Si dice che il viaggio non finisca mai, solo i viaggiatori finiscono. Io credo che ognuno a modo suo continua il suo percorso, che non e’ necessariamente legato a un biglietto aereo, a un ostello o a un nome esotico. Io ho scelto di viaggiare lontano da casa, e per adesso non mi pento della scelta, anzi…mentre scrivo c’e’ qualcun altro che sta gia’ pensando alle lasagne e alle polpettine al sugo che gli tocchera’ mangiare per i prossimi giorni…in fondo non e’ male l’aria di casa…o no?
Oggi comunque e’ davvero un giorno importante: comincia la seconda parte del mio viaggio, vado in Oceania, il continente che ho sempre sognato visitare, il piu’ lontano di tutti, e forse per questo il piu’ affascinante.
Prima tappa Auckland: arrivero’ dopo 13 lunghe ore di volo, e per il gioco del fuso orario viaggero’ avanti nel tempo di 16 ore…non male vero? Da li’ una volta ripresomi dal jet-lag iniziero’ l’avventura…un mese a zonzo nella terra dei kiwi!!!
Per il resto niente da segnalare, a parte lo zaino che ogni volta sembra piu’ piccolo e piu’ pesante…
See you soon gente!!!

PS: mucha suerte amigo, que te vaya bien! anzi…super bien!!!

La mia settimana a Rapa Nui

Martedì 20 Novembre 2007

Il 767 di LAN si alza imponente dalla pista dell’aeroporto Mataveri di Hanga Roa, e in men che non si dica si puo’ vedere tutta l’isola, nuvolette comprese: cosi’ piccola e cosi’ preziosa…
L’isola di Pasqua, o Rapa Nui come la chiamano i locali, e’ una perla nel mezzo del niente…un luogo veramente fuori dal tempo…e dal mondo! Basti pensare che per arrivarci bisogna passare o per Santiago o per Tahiti, alternative non ce ne sono.
Prima di partire pensavo che una settimana fosse troppo, in effetti che si fa su un isolotto di appena 160 kmq cosi’ tanto tempo? semplice: ci si riposa e si impara ad ascoltare i suoni della natura.
Quei giganti di pietra, i moai, scolpiti nella roccia del vulcano Rano Raraku appartengono all’immaginario collettivo di tutti coloro che per un momento hanno sentito nominare l’isola, e rappresentano ancora oggi un mistero che affascina gli studiosi e i turisti. Guardarli da vicino ti mette soggezione, ti senti davvero piccolo. Loro sono li’ da secoli, sotto acqua, pioggia, vento, sole…sono sopravvissuti alle guerre tribali e ai colonizzatori europei, agli tsunami e ai turisti distratti che per anni li hanno cavalcati come se fossero giostre. In realta’ rappresentano le statue degli antenati, capi tribu e personalita’ importanti della comunita’, erette a protezione del villaggio. Ce ne sono circa 900 in tutta l’isola, e tanti si trovano ancora nella cava del Rano Raraku, incompleti o di guardia alla montagna sacra.
Il sentiero che ascende alla vetta e’ piuttosto facile, ma la vista sulla valle e’ esagerata: si sente solo il sibillio del vento che fischia in mezzo alle tante sentinelle di pietra che rendono cosi’ particolare il cammino…e il verde…beh…avete presente Lost?ecco, quel tipo di verde!
Mi sono concesso anche il lusso di un bagno nell’oceano: l’isola ha due spiagge molto belle, Anakena e Ovahe, piccoli paradisi dalla spiaggia bianca e fina, col le palme da cocco i moai e l’acqua super turchese…impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi per riemergere guardando un moai!!!
Cosi tra moai, spiaggia, souvenir (non ho resistito al timbro sul passaporto Embarassed), qualche partita a ping pong in ostello, e la mattutina pioggia tropicale, il tempo e’ volato.
Divertentissima l’ultima serata dove ho tenuto classe di italiano a tutto l’ostello, insegnando i rudimenti fondamentali a un pubblico di cileni, brasiliani e giapponesi…quindi se sei una donzella e un tipo con gli occhi a mandorla ti fa richieste strane nei pressi del colosseo, prima di chiamare la buoncostume domandagli il nome del suo proff di italiano Tongue out !!!